lunedì 25 febbraio 2013

The Florentine Diaries!Un Pomeriggio Da Loretta Caponi E La Torta Di Riso Carrarina Di Gae..

Quanto mi piace girovagare senza meta per le vie del centro della mia citta'.
Ne conosco a memoria ogni angolo e non mi stanco mai: come un'amante avida percorro estasiata le sue strade alla ricerca di storie, ricordi, persone, profumi..
Quando le sto lontana per qualche tempo, non c'e' niente di piu' inebriante della sensazione di potervi far presto ritorno.
Spesso come Alice mi perdo nelle sue meraviglie ,come lei, dopo aver mangiato un pezzo di torta magica, mi faccio improvvisamente piccina piccina e mentre cammino, si materializzano davanti ai miei occhi i ricordi della Firenze della mia infanzia.
Tante cose sono cambiate, tante cambieranno, ma ce ne sono altrettante che sono ancora li  come le hai lasciate da bambina e che ci saranno in ogni momento, a darti il conforto di quella che, per sempre,chiamerai casa.
E poi ci sono posti per cui non ti senti ancora abbastanza grande e quando ci passi davanti riaffiorano le parole della della mamma che, mentre ti sistema gli alamari del cappottino e ti da un pizzico sulle guance per ravvivarne il rossore, sorridendo, ti prega di comportarti bene.
Perche' adesso si entra in un posto speciale e si deve stare brave.
Metti il broncio, ma poi sai che andrai a vedere i Babbi Natale in Piazza della Repubblica e mentre le voci nel negozio si fanno sempre piu' lontane ti lasci cullare da colori,trame preziose, personaggi fantastici.
Qualche tempo fa la mia amica Giulia mi ha chiesto di accompagnarla nel negozio di Loretta Caponi.
Adesso sono cresciuta e le voci che un tempo erano lontani brusii si sono fatte vicine vicine nei racconti di Lucia, figlia di Loretta, che ci ha aperto le porte di un mondo fatto di passione, tradizione e minuziosa cura per i dettagli.
Qui, dalla biancheria per la casa, agli abiti per bambini, alla lingerie di lusso, tutto è frutto del lavoro di sapienti mani artigiane in grado di creare veri e propri pezzi unici apprezzati in tutto il mondo.
Dedico a Lucia questa ricetta di famiglia che tanto piaceva a Gaetano, quanto la tovaglia ricamata con le cornucopie che decise di comprare per Giovanna tanti anni fa nel vecchio negozio di Borgo Ognissanti.




Ingredienti:
  • 150 gr di riso originario
  • 8 uova intere
  • 750 ml di latte fresco
  • 500 gr di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • 1 bacca di vaniglia
Cuocere il riso al dente in abbondante acqua salata. Scolarlo e lasciarlo raffreddare. Nel frattempo montare le uova con lo zucchero, aggiungere la vaniglia, un pizzico di sale e lentamente il latte a temperatura ambiente. Accendere il forno a 180 gradi e versare sul fondo della teglia qualche cucchiaio di zucchero e una noce di burro, lasciar caramellare. Distribuire sul fondo caramellato il riso e sopra la crema. Cuocere per circa un'ora o comunque fino a quando sul dolce si sara' formata una bella crosticinna dorata.

Piazza degli Antinori, 4-red, 50123 Firenze
055 211074 · lorettacaponi.com

martedì 15 gennaio 2013

Everything Tell A Story! La Focaccia Genovese, Un Lamsonsharp ,Lo Scassinatore Di Auto Di Denver And Someone Moving To Japan..

A volte me la rido sotto i baffi pensando a come nascono per caso i post, quelli miei intendo.
Scrivo poco lo so, ma come dice l'ammonimento in fondo la pagina non puo' considerarsi testata giornalistica in quanto non aggiornato periodicamente.
Su questo non ci piove.
Scrivo solo quando ne ho voglia.
Scrivo solo quando ho cose da dire.
Quando la foto,anche se fatta per caso, e' perfetta per gli strani standard del mio cervello.
Qualche tempo fa qualcuno mi ha chiesto: ma lo fai o no un post per quando parto?
Eccoci qui.
Ci piacciono le storie e sopratutto ci piacciono tutti gli oggetti che hanno una storia da raccontare.
Eccotene una servita su un piatto d'argento.
L'altra sera ho sperimentato la  ricetta della genovese, ho pensato che era venuta bella alta  e che si meritava una foto.
Ho apparecchiato.
Tagliere di legno, la focaccia bellina in posa, toh..una scatola di salmone dell'Alaska saltata fuori dalla calza della befana..
Poi ho rovistato nel cassetto delle posate per cercare un coltello che si abbinasse perfettamente al mio bel quadretto.
Ed e' apparso lui.
Un Lamsonsharp.
Nel 1800 ogni donna di casa che si rispettasse aveva il suo coltello da cucina preferito.
Susan Lamson, il cui marito possedeva la più' antica coltelleria d'America,non fece eccezione.
A furia di usarlo, quello di Susan divenne in quanto a lama e forma identico a quello che vedete oggi qui nella foto.
Quando ahimè , il coltello di Mrs.Lamson passo' a miglior vita, suo marito, armato tanto amore e una buona dose di sentimentalismo ne riprodusse uno identico "nuovo ma vecchio".
Per quel che mi riguarda questa e' una di quelle storie che avrebbe segnato decisivamente la scelta di un oggetto piuttosto che un altro.
Quello che non sapete e' che invece questo Lamsonsharp e il suo glorioso passato sono finiti nella mia cucina per puro caso.
O forse no?
La sua storia e' rimasta sepolta fino a oggi, fino a quando, sempre per caso, mi è' capitato per le mani.
Nell'estate del 2009 Mike e io eravamo stati a Denver, in Colorado, per una settimana di lavoro.
Avevamo affittato anche una macchina e nei ritagli di tempo c'eravamo fatti pure qualche giretto nei dintorni.
Il giorno prima di partire eravamo stati in un parco bellissimo sulle Rocky Mountains.
Di ritorno, in ritardo come sempre, dovevamo passare a prendere dei colleghi fuori da un centro commerciale per andare alla consueta cena prima della partenza.
Mike aveva chiuso le chiavi dentro la macchina nel parcheggio.
Perfetto.
Dopo qualche tentativo fallito miseramente di abbassare a mano i finestrini, ero stata spedita bruscamente a comprare qualcosa di appuntito nel centro commerciale, memore forse di quella volta in cui ci eravamo fatti aprire la macchina con le forbici i dai venditori di telecamere/mattoni in autogrill ad Ancona.
È fu così' che il Lamsonsharp venne in mio possesso.
Piccolo e appuntito sembrava perfetto per scassinare la serratura della macchina.
Ma così' non fu.
Il sorvegliante del parcheggio, che ci teneva d'occhio ormai da un po', ci suggerì di non armeggiare troppo con l'auto, onde evitare di incappare in una denuncia da parte della compagnia di noleggio.
Dopo qualche minuto di frenetica ricerca nelle sue tasche, ne tirò' fuori un biglietto da visita consumato e ci fornì' il preziosissimo numero dello scassinatore di auto di Denver e dintorni.
Per questo amo gli Stati Uniti!
Il soggetto si presentò' con un auto improbabile piena di cani e di arnesi da cassonetto.
Dopo un giro di ricognizione intorno al nostro mezzo aveva optato per una specie di canna da pesca cui erano attaccati un sacco di bastoncini.
Aveva l'aria di sapere perfettamente il fatto suo.
Infatti,dopo tre minuti ,con 30 dollari in piu' in tasca e senza alcun segno di effrazione evidente ,lo zio Sam ci aveva ridato la liberta'!
Ieri sera quando ho ritrovato il coltello nel cassetto e l'ho guardato davvero per la prima volta mi sono resa conto di quanto fosse strana la sua forma, incuriosita ho letto la storia di Susan sulla scatola.
Inutile dire che il coltello più' romantico della mia cucina e' da oggi anche il mio preferito.
Agli amici che se ne partono per un paese lontano auguro di trovare amore, fortuna e tante storie da raccontare..



Ingredienti:
  • 600 gr farina
  • 2 cucchiai di zucchero
  • lievito di birra
  • acqua tiepida
  • sale
  • olio evo


Sciogliere il lievito di birra in un bicchiere di acqua tiepida.Iniziare ad impastare a mano energicamente ed aggiungere sale e zucchero.Aggiungere acqua fino a raggiungere la giusta consistenza.Formare una palla.Far lievitare in un luogo caldo e asciutto per circa 2 ore.Stendere in una teglia con abbondante olio, spennellarla bene, cospargere di sale grosso e infornare a 180 per circa 20 minuti.